L’articolo 120 del DL Rilancio ha introdotto un credito d’imposta per gli interventi e gli investimenti necessari per far rispettare le prescrizioni sanitarie e le misure di contenimento contro la diffusione del Covid-19.
L’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 20/E ha chiarito che possono beneficiare del credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro i soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione in luoghi aperti al pubblico, le associazioni, le fondazioni e gli altri enti privati, compresi gli enti del Terzo settore.
L’ammontare del credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro corrisponde al 60 per cento delle spese ammissibili sostenute nel 2020 per un massimo di 80.000 euro.
Tale limite massimo è riferito all’importo delle spese ammissibili e, dunque, l’ammontare del credito non può superare il limite di 48.000 euro.
Il bonus è riconosciuto in relazione alle spese sostenute nel 2020 per:
– la realizzazione delle modifiche necessarie al rispetto delle prescrizioni sanitarie per il contenimento del virus (in particolare di carattere edilizio, come il rifacimento di spogliatoi e la realizzazione di spazi idonei, e per l’acquisto di acquisto di arredi che garantiscano le norme sanitarie). Secondo quanto chiarito nella circolare n. 20/E/2020) tali interventi devono essere stati prescritti da disposizioni normative o previsti dalle linee guida per le riaperture delle attività elaborate da amministrazioni centrali, enti territoriali e locali, associazioni di categoria e ordini professionali;
– gli investimenti per attività innovative, tra cui quelli relativi allo sviluppo o all’acquisto di strumenti e tecnologie necessarie allo svolgimento dell’attività lavorativa e per l’acquisto termoscanner. Rientrano nell’agevolazione i programmi software, i sistemi di videoconferenza, quelli per la sicurezza della connessione, nonché gli investimenti necessari per consentire lo svolgimento dell’attività lavorativa in smart working (Agenzia delle Entrate, circolare n. 20/E/2020).
Il credito di imposta:
– è utilizzabile in compensazione, ai sensi dell’articolo 17 del D.Lgs. n. 241/1997, tramite modello F24 da presentare esclusivamente attraverso i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate (il codice tributo da utilizzare verrà istituito con Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate). La compensazione è possibile dal giorno lavorativo successivo alla presentazione all’Agenzia delle Entrate della comunicazione per accedere al credito di imposta e comunque non prima del 1° gennaio 2021;
– può essere ceduto, anche parzialmente, ad altri soggetti, compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari, con facoltà di successiva cessione del credito. L’opzione deve essere effettuata esclusivamente a cura del soggetto cedente con le funzionalità rese disponibili nell’area riservata del sito internet dell’Agenzia delle entrate (secondo le modalità definite con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate n. 259854/2020).
Per maggiori informazioni circa la modalità di accesso alla misura non esitare a contattarci!
Con il decreto Liquidità si amplia il novero delle tipologie di spese ammesse al credito d’imposta per le spese di sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro, attribuito agli esercenti attività d’impresa, arte o professione. Nello specifico, è ammissibile anche l’acquisto di dispositivi di protezione individuale compresi mascherine chirurgiche (Ffp2 e Ffp3), guanti, visiere di protezione e occhiali protettivi, tute di protezione e calzari. Agevolato inoltre l’acquisto dei dispositivi di sicurezza idonei a proteggere i lavoratori quali, ad esempio, barriere e pannelli protettivi. L’incentivo è attribuito, fino ad un massimo di 20mila euro per ciascun beneficiario, nella misura del 50% delle spese sostenute nel periodo d’imposta 2020.
Il credito d’imposta per la sanificazione degli ambienti produttivi, destinato alle imprese di tutte le dimensioni, amplia il sostegno all’acquisto di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale. A prevedere l’ampliamento del bonus è il decreto Liquidità (D.L. n. 23 del 2020). Il credito d’imposta non dovrà essere utilizzato esclusivamente a sostegno di interventi di sanificazione, ma potrà essere utilizzato anche per acquistare dispositivi per aumentare la sicurezza dei lavoratori in risposta all’emergenza Coronavirus (Covid-19). La misura si affianca a quella che prevede incentivi alle imprese per la riconversione dei cicli produttivi per produrre prodotti sanitari e di protezione alle persone. In quel caso, il bando è gestito da Invitalia e mira a portare in Italia produzioni i cui approvvigionamenti stanno diventando fondamentali per tutti gli Stati.
Il nuovo decreto legge riscrive, ampliandolo, il credito d’imposta per le spese di sanificazione, originariamente introdotto dall’articolo 64 del decreto Cura Italia (D.L. n. 18/2020), e tuttora non ancora entrato in operatività in quanto non è stato pubblicato il decreto ministeriale che fornisca le indicazioni di attuazione. La prima modifica riguarda il nome dell’agevolazione che diventa “credito d’imposta per le spese di sanificazione e per l’acquisto di dispositivi di protezione nei luoghi di lavoro”. Già da questo, è chiaro l’intento di ampliare il parco delle spese ammissibili all’agevolazione.
Il credito d’imposta mantiene il fine di incentivare la sanificazione degli ambienti di lavoro, ma aggiunge l’acquisto di attrezzature volte a evitare il contagio del virus COVID-19 nei luoghi di lavoro. Il credito d’imposta per le spese di sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro, nonché per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e altri dispositivi di sicurezza atti a proteggere i lavoratori dall’esposizione accidentale ad agenti biologici, spetterà ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione. In particolare, la disposizione estende le tipologie di spese ammesse al bonus includendo quelle relative all’acquisto di dispositivi di protezione individuale quali, ad esempio, mascherine chirurgiche, Ffp2 e Ffp3, guanti, visiere di protezione e occhiali protettivi, tute di protezione e calzari. Inoltre, l’agevolazione è estesa all’acquisto e all’installazione di altri dispositivi di sicurezza quali, ad esempio, barriere e pannelli protettivi. Sono, inoltre, compresi i detergenti mani e i disinfettanti.
L’incentivo è attribuito, fino ad un massimo di 20 mila euro per ciascun beneficiario, nella misura del 50% delle spese sostenute nel periodo d’imposta 2020. Il credito d’imposta è riconosciuto nel limite complessivo di spesa pari a 50 milioni di euro per l’anno 2020. Il tetto di spesa fa capire che l’agevolazione non sarà automaticamente concessa a tutti quelli che ne avrebbero diritto per requisiti soggettivi e oggettivi.
Tuttavia, né il decreto Cura Italia né il decreto Liquidità, che ne ha esteso l’operatività, forniscono anticipazioni su come sarà gestito tale tetto di spesa. La normativa rimanda infatti ad un decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, da adottare entro la metà di aprile 2020, con cui saranno stabiliti i criteri e le modalità di applicazione e di fruizione del credito d’imposta anche al fine di assicurare il rispetto del limite di spesa.
Le ipotesi più comuni sono quelle di ricorrere a un click-day, premiando quindi i più rapidi a prenotare i fondi e lasciando a bocca asciutta le imprese che non si dimostreranno rapide nella procedura informatica, oppure ricorrere a un riparto dei fondi tra tutti coloro che ne faranno richiesta e risulteranno ammissibili all’incentivo, rischiando però di ridurre sensibilmente l’incentivo spettante a ciascuno, laddove le richieste dovessero superare di molto le risorse finanziarie stanziate.
La possibilità di cumulare il credito d’imposta con la quasi totalità degli altri aiuti alle imprese in vigore e di prossima uscita potrebbe essere determinata dal fatto che la nuova agevolazione si dovrebbe caratterizzare, in analogia al credito d’imposta per investimenti introdotto dalla legge di Bilancio 2020, per essere una misura generale di politica economica, in quanto rivolta potenzialmente a tutte le imprese indistintamente.
Sarebbe in questo caso un’agevolazione costituente misura generale è potenzialmente cumulabile con altri incentivi (fiscali o di altra natura) che si qualifichino a loro volta come misure generali, oppure che si qualifichino come aiuti di Stato. L’unica eccezione emerge qualora sia la stessa legge istitutiva della misura generale a prevedere il contrario o a porre limiti massimi di cumulabilità, fatto che non emerge nei due decreti legge, che si sono occupati del credito d’imposta per la sanificazione. Il vincolo che rimane pertanto legato a verifiche sulle altre eventuali agevolazioni che l’impresa intendesse cumulare.
La Camera di Commercio di Avellino concede contributi alle PMI della provincia per l’adozione in azienda di misure di contrasto alla diffusione del coronavirus, per supportare le imprese irpine nei processi di organizzazione aziendale per la ripresa in sicurezza delle attività nella fase due dell’emergenza sanitaria, tutelando la salute dei lavoratori e dei cittadini, al fine di salvaguardare l’operatività delle imprese ed il mantenimento dei livelli occupazionali .
Il contributo accordato a ciascuna impresa richiedente sarà pari al 50% delle spese ammissibili, fino ad un massimo di euro 2.000,00 (duemila euro). Lo stanziamento destinato al bando è pari a 100 mila euro.
Sono ammissibili le seguenti spese sostenute (fatture emesse) antecedentemente l’invio della domanda a partire dal 31 gennaio 2020 in considerazione della dichiarazione di emergenza sanitaria adottata con delibera del Consiglio dei ministri n. 27/2020, prevedendo la cumulabilità delle diverse spese e fissando dei massimali per ciascuna tipologia:
a) aggiornamento del Documento Unico di Valutazione dei Rischi aziendali (ex art. 17 e 28 D.L. 81/2008) e del Documento Unico di Valutazione da Rischi da Interferenze (ex art. 26 D.L. 81/2008);
b) servizi e dispositivi per la sanificazione dei locali aziendali, ambienti di lavoro, spazi comuni, postazioni e attrezzature;
c) acquisto di dispositivi di protezione individuale(mascherine, guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ecc), dispenser e gel igienizzante, dispositivi per la misurazione a distanza della temperatura corporea;
d) installazione di barriere, divisori, ecc negli ambienti di lavoro (es. in plexiglass o altro materiale di pari utilità) per garantire la distanza necessaria e la sicurezza di addetti, fornitori, clienti, ecc
La domanda di contributo dovrà essere presentata – a partire dalle ore 9.00 del 4 maggio 2020 e fino al 30 settembre 2020 – salvo chiusura anticipata per esaurimento fondo – esclusivamente per via telematica attraverso la piattaforma Telemaco https://webtelemaco.infocamere.it/newt/public.htm
Per informazioni di qualsiasi tipo, relative a questo bando o all’invio della pratica telematica di contributo, si prega di contattare la CCIAA di Avellino solo ed esclusivamente via e-mail a questo indirizzo: promozione@av.camcom.it
Al via Impresa SIcura, il nuovo bando attivato da Invitalia che punta a sostenere la continuità, in sicurezza, dei processi produttivi delle imprese di qualunque dimensione, operanti in Italia.
Il bando consente di ottenere il rimborso delle spese sostenute dalle aziende per l’acquisto di dispositivi ed altri strumenti di protezione individuale finalizzati al contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19.
Sono 50 milioni di euro le risorse disponibili (fondi Inail, art 43.1 DL Cura Italia del 17 marzo 2020).
Impresa SIcura rimborsa l’acquisto di: mascherine filtranti, chirurgiche, FFP1, FFP2 e FFP3; guanti in lattice, in vinile e in nitrile; dispositivi per protezione oculare; indumenti di protezione quali tute e/o camici; calzari e/o sovrascarpe; cuffie e/o copricapi; dispositivi per la rilevazione della temperatura corporea; detergenti e soluzioni disinfettanti/antisettici.
L’importo massimo rimborsabile è di 500 euro per ciascun addetto dell’impresa richiedente e fino a 150mila euro per impresa.
Il bando di Invitalia prevede 3 fasi:
I rimborsi verranno effettuati entro il mese di giugno.
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Il Microcredito è una forma di finanziamento con garanzia pubblica, che consente l’accesso al credito ai cosiddetti soggetti non bancabili, ossia coloro che hanno difficoltà a rivolgersi alle normali istituzioni finanziarie, in quanto sprovvisti delle garanzie richieste.
SOGGETTI BENEFICIARI.
FINALITA’ DEL FINANZIAMENTO
CARATTERISTICHE
L’importo del finanziamento è di 25.000€, con possibilità di ottenere altri 10.000€ se le ultime 6 rate sono state pagate in modo puntuale e lo sviluppo del progetto finanziato è attestato dal raggiungimento dei risultati intermedi stabiliti dal contratto e verificati dalla Banca. Il rimborso può avvenire con rate aventi cadenza al massimo trimestrale. La durata del finanziamento non può essere superiore a 7 anni. Non sono ammissibili le iniziative imprenditoriali riconducibili ad attività agricola primaria.
Dal momento in cui avviene l’istruttoria della pratica, il cliente sarà assistito da un tutor incaricato dall’ente nazionale per fornire gratuitamente al cliente, tutti i servizi ausiliari necessari prima della concessione del finanziamento. L’unico costo che il cliente sosterrà è il pagamento di un tasso d’interesse, calcolato annualmente sul debito residuo, tale tasso non potrà mai essere superiore al 6%
Si tratta di un incentivo per sostenere la nascita di nuove attività imprenditoriali avviate da giovani under 36 nelle regioni del Mezzogiorno. È questo il senso di “Resto al Sud” che, nel 2019, presenta una grande novità: si allarga la platea dei destinatari e si innalza l’età per accedere all’incentivo gestito da Invitalia per favorire la nascita di nuove imprese nel Sud. I finanziamenti potranno essere richiesti anche dai liberi professionisti e dagli under 46 (il limite attuale è fino a 36 anni non compiuti).
L’agevolazione consiste in un contributo fino a 50mila euro a fondo perduto ed è gestita da Invitalia con una dotazione di 1,25 miliardi a valere sul Fondo di sviluppo e coesione. Il tipo di finanziamento continuerà a coprire il 100% delle spese, mediante un contributo a fondo perduto pari al 35% dell’investimento complessivo e un prestito bancario pari al 65%, assicurato dal Fondo di Garanzia per le PMI.
Con il bando Resto al Sud 2019 è possibile avviare iniziative imprenditoriali per la produzione di beni nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura, la fornitura di servizi alle imprese e alle persone, il turismo e l’erogazione di servizi professionali.
Gli incentivi sono destinati a giovani residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia al momento della presentazione della domanda di finanziamento. Aperti anche a giovani che trasferiscano la residenza nelle regioni indicate dopo la comunicazione di esito positivo, non abbiano un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutta la durata del finanziamento e non siano già titolari di altra attività di impresa in esercizio.
L’Attività di consulenza sul medio credito centrale è specializzata nell’attività di affiancamento dalla preanalisi dell’esigenza sino alla presentazione della domanda presso l’istituto di credito convenzionato.
L’attività di Medio credito centrale si incentra sulla garanzia erogata da Banca del Mezzogiorno Mediocredito centrale S.p.a. che eroga garanzia nell’ambito delle iniziative del fondo nazionale di garanzia di cui all’art. 62, comma 1 del D.L.gs.vo 23 Luglio 1996, n.415.
Il fondo agisce secondo diversi tipi di interventi. Le agevolazioni contemplano Fondo di Garanzia, Garanzia Campania Bond, Fondi di ingegneria finanziaria e Fare Lazio, mentre per i finanziamenti gestisce ChiroFast e Chiro PMI.
a garanzia copre fino ad un massimo dell’80% dell’importo dell’operazione finanziaria e fino ad un importo massimo garantito per beneficiario di 2,5 milioni di euro.
Il Fondo può intervenire
I beneficiari devono essere in possesso dei requisiti oggettivi e soggettivi previsti dalle Disposizioni Operative.